Heavenblast: il nuovo Album “Stamina” e l’intervista alla band

A distanza di circa 10 anni dal loro ultimo album dal titolo Flashback,  gli Heavenblast sono tornati con STAMINA il titolo del loro nuovo album uscito il 22 febbraio per l’etichetta Music Force.
Originari di Chieti, gli Heavenblast si formano nel 1995, impiegano alcuni anni per raggiungere una formazione stabile che darà luce, nel 1998 e nel 2000,  a due demo di power metal,  le quali varranno l’attenzione della nota etichetta italiana Underground Symphony. I due full lenght incisi, “Heavenblast” (2003) e “Flashback” (2007) omaggiano il power metal di matrice tedesca senza disdegnare spruzzate di symphonic e progressive  con tratti più marcati rispettivamente nel primo e nel secondo lavoro, quest’ultimo impreziosito da alcune partecipazioni tra cui Federica “Sister” De Boni dei White Skull.  Nel 2008 la band si scioglie per impegni di vari membri, ma nel 2011 Donatello e Nico (chitarrista e tastierista) decidono di ridare vita al progetto, che si concretizza in alcuni live e quest’anno nel nuovo album STAMINA.

Ciao Donatello Dox Menna e ciao Chiara Falasca, rispettivamente chitarrista e vocalist della band.
Grazie ragazzi per averci rilasciato questa intervista e benvenuti su Ladies In Rock!

Dox: Grazie a voi per la disponibilità e soprattutto per la vostra passione. E’ gente come voi che tiene viva la musica.

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STAMINA è il titolo del vostro ultimo lavoro, l’album del ritorno in grande stile. E’ un bel disco progressive metal con diverse influenze e con l’ausilio di ben sei voci. Lo abbiamo ascoltato con molta attenzione. Cosa potete dirci in merito?

Dox: Grazie per l’attenzione,  ne siamo onorati!  Si tratta di un concept album piuttosto astratto su libertà e resistenza,  in cui i brani sono divisi tra introspettivi o fantastici da un lato e di denuncia e cronaca dall’altro – un paio di brani sono espressamente dedicati a fatti di storia recente del nostro Paese. Dal punto di vista musicale posso dirti che l’hard rock da un lato e il power-speed dall’altro, generi di riferimento degli HB,  si sono mischiati in quest’album con tratti più marcatamente sperimentali. Per metà dei brani devo doverosamente citare l’ex singer Marco La Corte, che contribuì compositivamente a quello che avete sentito, prima dello scioglimento del 2008.
Per quanto riguarda le voci,  ad un tratto il disco stava assumendo i toni di un progetto solista alla “Ayreon”, cosa che in realtà non avremmo mai voluto e che siamo riusciti ad evitare grazie all’ingresso in formazione di Chiara Falasca, che ha avuto l’umiltà di dividersi la scena con gli altri cantanti pur prendendo parte al progetto in prima persona e non come ospite.

chiaraF Chiara Falasca

Ci ha molto incuriosito la track dal titolo in latino, “Sinite Parvulos Venire Ad Me” e cantato nello stesso idioma. Come mai in latino e la scelta coraggiosa di affrontare il delicato tema della pedofilia?

Dox: Il brano musicalmente è abbastanza folle e il ritornello è corale e pomposo. Sono stato ispirato da uno dei pezzi della mia band preferita, gli Helloween. Sono un fervente anti-cattolico e rimasi molto deluso dal (testo del) brano “Lavdate Dominvm” del disco “Better than raw” e questo brano è semplicemente la mia umile risposta a sua maestà Weikath.
Ho quindi elaborato un testo satirico che si fa beffa di come alcuni passi del Vangelo vengono “interpretati” dai sacerdoti. Il tema della pedofilia in tutta onestà non lo trovo “delicato”: credo sia un dato di fatto che l’educazione, se così si può chiamare, che chi decide di prendere i voti riceve, porti spesso a qualche devianza sessuale nelle menti particolarmente deboli (che non penso manchino tra chi dedica la propria vita alla fede), il che diventa particolarmente raccapricciante se pensiamo che alcuni preti hanno avuto il coraggio di dire che i bambini ISTIGANO alla violenza sessuale. Questa è gente che va aiutata seriamente, ma al contempo dovrebbe essere allontanata senza se e senza ma da qualsiasi ruolo istituzionale. Comunque colgo l’occasione per ringraziare una mia amica, la professoressa Martina Di Miero, che mi ha aiutato con la traduzione.

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Successivamente all’uscita di STAMINA, sarà in arrivo il vostro primo videoclip dal titolo “Alice in Psycowonderland”  e oltre alla bravissima vocalist Chiara Falasca che duetta con l’ospite Marinella Iezzi, vi ha preso parte Alida Pantone, attrice di livello internazionale. Tre donne coinvolte in questo vostro nuovo album, ci piacerebbe sapere il vostro pensiero sul ruolo delle donne nella scena rock e metal.

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scena dal videoclip “Alice In Psycowonderland”

Dox: Credo che voci maschili che raggiungano certe altezze sono rare e spesso discutibili, altezze che per una donna sono molto più adatte, naturali, quindi trovo che affermare che le donne non sono adatte al metal sia un’affermazione di un’ignoranza unica.
Chiara: Personalmente trovo molto stimolante il fatto che molte donne si cimentino in questo genere considerato “maschile”. È una scelta coraggiosa, che va oltre gli schemi e non sempre accettata. Sono orgogliosa di far parte di questa “community” se così si può chiamare, la vedo come un’affermazione personale, semplicemente per il fatto che sono riuscita a raggiungere ciò che volevo al di là di quello che i pregiudizi vari tendono ad evidenziare. Provo profonda stima per ogni donna che vuole affermarsi in questo senso. Nei momenti in cui credevo di mollare tutto, senza dubbio le grandi icone femminili del rock e metal mi hanno aiutato a continuare questo cammino intrapreso e perseverare.

Ci piacerebbe sapere quali sono le grandi icone del Rock che ti hanno ispirata.

Chiara:L’icona per eccellenza per me è Janis Joplin. Lei sapeva imporsi con la sua incredibile voce e tirarti fuori ogni tipo di emozione. Un’altra singer alla quale mi sono ispirata è Lizzy Hale, frontwoman degli Halestorm.  Penso che lei abbia una carica pazzesca e guardarla on stage mi ha motivato a continuare questo percorso quando credevo quasi di mollare. Avevo 16 anni quando vidi un video di lei sedicenne che cantava Sweet Child o’ Mine, mi ci sono rispecchiata così tanto che mi sono detta: se lei ce l’ha fatta, anche io posso continuare.

Com’è il vostro rapporto con i fans?

Chiara: Siamo sempre riconoscenti a tutti quelli che ci supportano in ogni modo, ci piace stabilire un rapporto diretto con loro. Troviamo stimolante il fatto che ci dicano opinioni e sensazioni personali, ci spronano ad andare avanti e migliorare. Ricordiamoci che senza di loro non andremmo da nessuna parte.

Cosa vuol dire per una giovane band italiana fare metal in Italia che è notoriamente la Patria della canzonetta sanremese.

Dox: Vuol dire incidere la prima demo a 16 anni e il primo full lenght a 19 senza riuscire a fare che qualche sporadica data fuori porta, vuol dire vedersi pubblicato il secondo album con 4 anni di ritardo perchè sei stato l’ultimo (cronologicamente) a inciderlo a spese di un’etichetta e quindi la precedenza di uscita ce l’ha chi il disco se lo paga da sé, vuol dire una fatica immensa a trovare persone che vogliano suonare cose impegnative con possibilità di guadagno scarsissime almeno nell’immediato, vuol dire che se chi ti sta facendo il disco emigra in Inghilterra per condivisibilissime ragioni lavorative tu sei bloccato per mesi e mesi. Questo può sembrare un piangersi addosso ma è invece solo un riassunto delle estreme difficoltà che hanno inciso sulle nostre bibliche tempistiche! Ci sarebbe anche il venire additati come satanisti ma onestamente non mi capita da un po’ (ne sento quasi la mancanza, speriamo che “Sinite” aiuti!!). A tal proposito vorrei sottolineare che abbiamo scelto apposta un’etichetta che spazia tra molti generi, sperando che anche il pubblico nostrano si apra a qualcosa per loro nuovo. “Metal melodico” è ancora un ossimoro per la maggior parte degli italiani e speriamo che Music Force ci aiuti a dare un colpo di spugna.

Chiara: In Italia è molto difficile fare metal, abbiamo grandi esempi di band metal italiane che hanno avuto più risonanza all’estero piuttosto che nella loro patria perchè l’Italia è fortemente legata alle sue radici. In qualche modo qualsiasi media tende a divulgare nuove uscite prettamente italiane prima di uscite di artisti internazionali. Nella mia esperienza, in vari concorsi chi portava brani italiani aveva più opportunità di passare le selezioni di chi portava brani inglesi o in altra lingua. È evidente che c’è una chiusura al mercato internazionale e in generale ad altre culture musicali diverse privilegiando così la classica canzone italiana, anzi mi è capitato di constatare in varie situazioni che chi fa rock/metal viene quasi preso di mira, noto quasi un rifiuto, una sorta di “razzismo” per determinati generi.

Gli Heavenblast hanno in programma un tour?

Dox: Per il momento abbiamo qualche data dalle nostre parti, in Abruzzo. Abbiamo voglia di condividere il lavoro appena finito ed è giusto, oltre che ovviamente più comodo, farlo con chi più di tutti attendeva con ansia e da tanto il ritorno della band, ossia quelli che l’hanno vista nascere e crescere. La nostra etichetta è al lavoro per organizzare date su suolo nazionale, anche se non abbiamo ancora niente di stabilito.

Grazie Heavenblast per essere stati con noi e un grosso in bocca al lupo per il nuovo Album.

Dox e Chiara: Di nuovo grazie a voi per il tempo dedicatoci!

A Cura de La Virgo per Ladies In Rock

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